Salvini
dovrebbe piantarla di ripetere che lui rappresenta il popolo. Per bene che
vada, rappresenta un terzo dei votanti. Gli altri due terzi non lo approvano.
Ma questo è appunto il populista: voler far credere che si agisce in nome di
tutto il popolo, mentre si è comunque una minoranza.
Oggi la
Lega sembra essersi convertita al nazionalismo, ma fino a ieri ce l’aveva con i
meridionali, sognava lo Stato della Padania e diceva di pulirsi il c. con la
bandiera italiana. Su questo dovrebbero riflettere i veri patrioti. A Salvini
interessa solo il potere, non la nazione.
La Lega ha
sempre minacciato le maniere forti (Bossi parlava di “trecentomila” moschetti
pronti a entrare in azione) e ha tentato in ogni modo di ottenere il potere,
prima regionale e poi nazionale. Non è neanche nuova a corruzione, a scandali (la
laurea del figlio di Bossi, ecc.) e a ruberie (dove ha nascosto i 49 milioni
che deve restituire al “popolo” italiano?).
Ha anche
tentato di conquistare banche e di istituire “scuole padane”, fallendo per
fortuna ogni volta.
In alleanza
con il partito di Berlusconi, ha favorito le leggi ad personam del padroncino e
ha portato l’Italia alla rovina del governo Monti.
Davvero,
gli italioti si sono dimenticati del passato e sperano che i leghisti
conquistino “tutto il potere”? Non si ricordano più della partecipazione di
Salvini al congresso di Verona sulla famiglia “tradizionale”, dove si è vista
quale cultura reazionaria e autoritaria porti avanti la Lega, pronta a
ostentare simboli religiosi pur di ottenere qualche voto in più?
È vero che
molti italiani, da buoni cattolici, sognano “l’uomo forte”, ma si sono
dimenticati che l’ultimo “uomo della Provvidenza” ha lasciato l’Italia in
macerie.